Lunina e il Superpotere della “Luce Gentile”

C’era una volta una bambina di nome Lunina. Aveva dodici anni e un dono speciale: sapeva chi era. Non nel senso presuntuoso, ma nel senso luminoso. Aveva una mente brillante, occhi attenti e un cuore così grande da farci stare dentro un’intera galassia.
A scuola andava d’accordo con tutti, ma fuori… era un’altra storia.
Le altre bambine si muovevano a gruppi, come passeri rumorosi: ridevano forte, si facevano selfie, si scambiavano inviti e segreti… solo che raramente chiamavano Lunina. Non perché lei non piacesse o non fosse abbastanza simpatica. Il vero motivo era che lei non faceva giochi di potere e a volte, proprio come di notte la luna piena in cielo, la sua luce in mezzo al buio era quasi accecante. In più, non stava zitta per farsi accettare, né rideva di qualcuno solo per sentirsi parte del gruppo.
E questo… confondeva chi le stava accanto.
Lunina, però, non cambiava per piacere di più. Continuava a leggere i suoi libri, inventare parole, ascoltare le emozioni degli altri come fossero canzoni e a brillare nel suo modo silenzioso.
Un giorno, nel bosco dietro casa, trovò un vecchio specchio incantato. Ci guardò dentro… e vide non solo sé stessa un po’ più grande, ma anche il suo futuro: attorno a lei c’erano ragazze e ragazzi, ciascuno con la propria luce, tutti diversi ma tutti ugualmente luminosi. Non correvano per essere i più popolari. Si ascoltavano. Ridevano per davvero. E cercavano chi non voleva farsi notare.
“Arriveranno,” sussurrò lo specchio. “Chi brilla davvero, prima o poi attira chi guarda con gli occhi del cuore.”
Lunina tornò a casa sorridendo. Non aveva bisogno di diventare qualcun altro. Aveva solo bisogno di continuare a essere sé stessa.
E nel frattempo?
Inventava storie, ospitava amici, osservava il mondo… e lasciava la sua luce accesa. Perché chi ha una luce vera, prima o poi… trova altri esseri luminosi per brillare assieme.