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MATRIX: PARABOLA DI UN RISVEGLIO (da leggere solo dopo aver visto il film!)

La prima volta che vidi Matrix mi resi conto di non averci capito praticamente niente, e lo archiviai con un certo fastidio (non mi piace non capire le cose).

La seconda volta cominciai ad apprezzarlo, ma soprattutto mi resi conto che il messaggio contenuto andava al di là della mia percezione cosciente. Da allora, quando mi capita di rivederlo mi stupisco di trovarci sempre qualcosa di nuovo che non avevo notato prima.

Oggi cercherò di analizzarlo, mettetevi comodi con bibita e pop corn che inizia il film!

Matrix è la metafora del risveglio dell’Uomo. All’inizio del film, Neo sente che c’è “qualcosa di più” oltre alla sua vita ordinaria.

Quante volte anch’io mi sono chiesta “Cosa *biiip* ci faccio qui? È solo un sogno questa vita? Qual è lo scopo dell’esistenza?” Un po’ come quando facciamo un incubo e ci chiediamo: è un sogno o la realtà?

Anche in certe situazioni reali che spiazzano le nostre sicurezze: un lutto, un incidente, una brutta figura, quando cioè siamo più vulnerabili emotivamente, ci diciamo: è solo un sogno, ora mi sveglierò e il mondo sarà di nuovo stabile e sicuro.

Proprio in quei momenti percepiamo che tra sogno e realtà il confine è molto sottile, sentiamo che c’è qualcosa di più che va oltre le convinzioni e ce ne rendiamo conto quando arriva una “crisi” che manda all’aria i punti fermi della nostra vita.

Torniamo al film. Neo si trova in una situazione di stallo, in cui con le sue sole forze non riesce a trovare risposte alle sue tante domande. Proprio allora, succede che Thrinity lo trova e gli propone un incontro con Morfeus, quello che sarà il suo maestro.

Qui entra in gioco la pratica orientale per cui un maestro può passare decenni prima di trovare un allievo degno di tale nome (non a caso il film è pieno di combattimenti di arti marziali).

Allo stesso modo Morfeus sta cercando “l’eletto” da anni con tutte le sue forze e finalmente lo trova. Neo è curioso ma non ancora pronto. L’allievo dovrà ora decidere se scegliere la strada del risveglio o restare addormentato. Neo sceglie di risvegliarsi, e lo fa attraverso il cibo. Una pasticca da inghiottire: simbolo della conoscenza che entra in noi, richiamo al frutto mangiato da Adamo ed Eva nel Paradiso.

Anche Adamo ha avuto la possibilità di scegliere: Dio gli ha consentito di mangiare tutti i frutti del Paradiso, tranne quello dell’albero “per infondere la conoscenza di tutto”. Ma la voglia dell’Uomo di conoscenza non ha confini e sappiamo com’è finita……

Come Adamo si scopre nudo dopo aver mangiato il frutto della conoscenza, anche il risveglio traumatico di Neo lo trova nudo e indifeso.

La liberazione di Neo, al suo risveglio, avviene attraverso la percezione che i suoi limiti non sono dove lui credeva.

Durante l’addestramento dell’eletto, il maestro non ha pietà. Proprio dalla sua durezza si intravede l’Amore Universale riversato dal maestro nel proprio discepolo, un amore che non può scendere a compromessi, non cede a lusinghe o preghiere. L’amore che rende liberi.

Alla fine del film Neo batte i suoi nemici. In realtà i nemici sono solo uno strumento (come le difficoltà che affrontiamo nelle nostre vite), il mezzo attraverso cui andare oltre i suoi limiti ed accettare che tutto è possibile, anche tornare a vivere sveglio tra i dormienti. Infatti lo scopo di Neo non è il risveglio di tutto il genere umano, ma solo di quelli che vogliono essere risvegliati.

Il traditore del film è anche lui un risvegliato, che però non accetta la realtà. Lui sa che la bistecca che sta mangiando non è reale ma preferisce vivere una finzione che affrontare la realtà.

E le macchine, i computers che nel film decidono della vita e della morte degli uomini per i propri scopi? Sono tutto quello che ci trattiene in uno stato di narcosi ipnotica: social media, codici morali precostituiti, martellamenti pubblicitari, tutte cose un po’ alla volta diventate un meccanismo non più controllabile dagli stessi uomini che l’hanno creata. Sistemi ormai indipendenti, che si reggono autonomamente grazie al controllo su inconsapevoli individui. Ne stiamo vedendo l’inizio con l’Intelligenza Artificiale.

Un’altra questione: perché gli altri risvegliati non possono essere degli Eletti? Perché c’è solo un Eletto? Probabilmente questa domanda non ha una risposta capibile dal nostro grado di conoscenza. Quello che è consolante è che attorno all’Eletto, e grazie a lui, troviamo un gruppo di “risvegliati”. E come in una catena senza inizio né fine, senza i suoi discepoli l’eletto non sarebbe potuto diventare tale. Il maestro ha bisogno dei discepoli tanto quanto i discepoli hanno bisogno del maestro.

Manca ancora un punto importante, ed è quando Neo, nonostante gli insegnamenti ricevuti, non riesce ad evitare le pallottole dell’agente Smith. A quel punto, gli insegnamenti di Morfeus sembrano non bastare. A riportare in vita Neo, a renderlo completo come Essere Umano, c’è l’amore di Thrinity. Senza l’amore, anche un illuminato può morire, e la sua vita sarà stata vana. Ora che ama, lo sviluppo di Neo è finalmente completo.

Questo, in fondo, è il più bel significato che ho trovato in questo film capolavoro.

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